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Accuse mascherate da sentimenti

Accuse mascherate da sentimenti.

I falsi sentimenti secondo Marshall Roseberg 

Esploriamo insieme un concetto che può sembrare sottile e che fa un’enorme differenza nella qualità delle nostre relazioni: la distinzione tra sentimenti autentici e falsi sentimenti, secondo la visione di Marshall Rosenberg, il fondatore della CNV.

Marshall Rosenberg, il creatore della CNV, ci invita a distinguere tra sentimenti autentici (che esprimono un vissuto interno) e “falsi sentimenti”, che in realtà sono giudizi, interpretazioni o accuse mascherate da sentimenti.

Questi “falsi sentimenti” spesso iniziano con “mi sento…” e invece di condividere un’emozione autentica esprimono un’opinione sull’altro o una valutazione. Il rischio è che, invece di favorire la connessione, inneschino difese o conflitti.

 

Cosa sono i falsi sentimenti?

Marshall Rosenberg ci dice che a volte alcuni sentimenti condivisi sono in realtà “falsi sentimenti”.

Ad esempio, a volte diciamo “mi sento…” e pensiamo di esprimere un sentimento quando in realtà stiamo comunicando un giudizio o un’interpretazione.

Esempi tipici:

  • “Mi sento tradito.”
  • “Mi sento rifiutata.”
  • “Mi sento ignorato.”
  • “Mi sento manipolato.”
  • “Mi sento obbligata.”

Queste espressioni, pur cominciando con “mi sento”, spesso sono prive di una descrizione di un vissuto interno autentico e attribuiscono una colpa, un’intenzione o un comportamento all’altro. In pratica, è come dire: “Tu hai fatto qualcosa che mi ha fatto stare male” – senza dirlo esplicitamente. 

 

Qual è la differenza con i sentimenti autentici?

Un sentimento autentico nasce dentro di noi come una risposta emozionale/sentimentale a un bisogno soddisfatto o insoddisfatto e parla di noi!

Esempi di emozioni e sentimenti autentici:

  • Tristezza
  • Paura
  • Gioia
  • Frustrazione
  • Solitudine
  • Sollievo
  • Tenerezza
  • Rabbia (intesa come segnale di un bisogno inascoltato)

Quando esprimiamo un sentimento autentico, ci mostriamo vulnerabili e trasparenti, ed è proprio questa vulnerabilità che invita all’empatia.

 

Perché usiamo i falsi sentimenti?

Solitamente, lo facciamo senza l’intenzione di favorire malessere nel prossimo. Agiamo per riflesso condizionato, abitudine, educazione ricevuta, reazione impulsiva e così via. Sono motivi umani e comprensibili.

Le motivazioni più diffuse:

  • Modelli appresi: siamo cresciuti in ambienti dove i giudizi erano più comuni dell’espressione emotiva.
  • Protezione: è più facile accusare che mostrare la propria vulnerabilità.
  • Abitudine linguistica: nella nostra lingua e cultura, è normale dire “mi sento escluso” o “mi sento tradito” senza renderci conto del significato implicito.

 

Le conseguenze dell’uso dei falsi sentimenti

Quando diciamo: “Mi sento ignorato da te.” L’altra persona potrebbe filtrare e percepire: “Mi stai ignorando!” (cioè: sei colpevole).

Questo può generare:

  • Difese (“È falso che ti ignoro!”)
  • Giustificazioni (“Ho avuto una giornata difficile, sono stato impossibilitato a parlare.”)
  • Distanza emotiva (“Ogni volta che parliamo mi fai sentire in colpa.”)

Invece di creare connessione, rischiamo di creare muro contro muro.

 

Come trasformare i falsi sentimenti in comunicazione empatica

La chiave sta in due domande:

Cosa sto realmente provando dentro di me? (sentimento autentico – vedi tabella in fondo)

Quale mio bisogno è coinvolto o non soddisfatto? (bisogno profondo)

 Esempio di trasformazione:
“Mi sento rifiutato.” (falso sentimento)  – “Quando è assente la risposta ai miei messaggi, mi sento triste e scoraggiato, perché ho bisogno di sentirmi accolto e importante per te.” (sentimenti autentico)

Vedi la differenza? 

Il falso sentimento potrebbe essere filtrato e percepito come un attacco.

La condivisione del sentimento autentico apre una connessione empatica, esprime il sentimento genuino, esclude il giudizio, rimanendo nell’osservazione, per esprimere anche il bisogno senza che sia inteso come una pretesa.

Un pratico esercizio può essere trasformare queste frasi (puoi farlo mentalmente o scriverle):

  • “Mi sento usata.”
  • “Mi sento manipolato.”
  • “Mi sento trascurato.”
  • “Mi sento obbligata a dire sempre di sì.”

Suggerimento: Osserva senza giudicare, chiediti quale emozione e/o sentimento stai vivendo? E quale bisogno  c’è dietro?

Prendiamo in esame la condivisione di una falso sentimento significativo: “mi sento non amato\a”

Perché è un falso sentimento?

La frase “mi sento non amato\a”  esclude la descrizione di un’emozione e un sentimento, è una valutazione di come pensiamo che l’altro si relazioni con noi. Essa potrebbe essere interpretata come un’accusa velata, ad esempio: “tu non mi ami”, o “non fai abbastanza per dimostrarmi amore”; attribuisce la responsabilità del nostro stato emotivo e sentimentale all’altro, invece di riconoscere che i nostri sentimenti derivano dai nostri bisogni.

Quale giudizio può essere implicito?

“Mi sento non amato\a” può essere inteso come:

  • “Tu non mi ami abbastanza.”
  • “Non dimostri affetto nei miei confronti.”
  • “Non mi consideri importante.”

Chi ascolta potrebbe sentirsi giudicato o in colpa, e questo può ostacolare l’empatia o provocare reazioni difensive e di chiusura.

 

Qual è il sentimento autentico dietro questa frase?

Dipende dalla situazione e potrebbe trattarsi di emozioni e sentimenti come:

  • Tristezza
  • Solitudine
  • Insicurezza
  • Vulnerabilità
  • Frustrazione
  • Delusione

Come trasformarla in CNV?

Ecco un esempio di trasformazione, secondo il modello CNV:

“Mi sento non amato\a.” (falso sentimento)
“Quando passo del tempo con te e sono assenti affetto o attenzioni, mi sento triste e insicuro\a, perché ho bisogno di sentirmi accolto\a e amato\a.”

Oppure:

“Mi sento vulnerabile e solo\a, perché ho bisogno di contatto, connessione emotiva, affetto e rassicurazione nella nostra relazione.”

 

Per alcune persone, parlare in modo empatico significa essere deboli o accondiscendenti. Per altre persone significa essere autentici e coraggiosi, condividendo chi siamo con le nostre fragilità, in modo che l’altro possa ascoltarci anche con il cuore.

“L’energia che ci muove non è quella della colpa o della paura, ma quella della connessione umana.”

 

Tabella di alcuni “falsi sentimenti” e la loro trasformazione in CNV

Falso sentimento Perché è falso / quale giudizio implica Sentimento autentico Come esprimerlo con la CNV
Mi sento tradito Implica che l’altro abbia violato una fiducia – è un’accusa Delusione, tristezza, ferita “Mi sento ferito e triste, perché ho bisogno di fiducia e coerenza nelle relazioni.”
Mi sento ignorato Suggerisce che l’altro abbia deciso di escluderti Solitudine, frustrazione, tristezza “Quando sono assenti le risposte, mi sento solo e frustrato, perché ho bisogno di essere ascoltato.”
Mi sento rifiutato Giudizio: l’altro non mi vuole Vulnerabilità, tristezza, paura “Mi sento vulnerabile e triste, perché ho bisogno di sentirmi accolto e accettato.”
Mi sento usata/o Implica sfruttamento – accusa velata Frustrazione, delusione, svuotamento “Mi sento frustrata e svuotata, perché ho bisogno di rispetto e reciprocità.”
Mi sento manipolato Giudica l’altro come disonesto o calcolatore Confusione, paura, insicurezza “Mi sento confuso e insicuro, perché ho bisogno di chiarezza e trasparenza.”
Mi sento svalutato Accusa: l’altro mi disprezza Tristezza, amarezza, scoraggiamento “Mi sento triste e scoraggiato, perché ho bisogno di riconoscimento e apprezzamento.”
Mi sento obbligato Non riconosce la propria scelta – attribuisce potere all’esterno Rabbia, costrizione, tensione “Mi sento sotto pressione e teso, perché ho bisogno di libertà di scelta e autonomia.”

 

Lettura suggerita: “Essere me, amare te” di Marshall Rosenberg

Sinossi:

L’amore è qualcosa che ‘mettiamo in pratica’. Solitamente pensiamo che l’amore sia una forte emozione, un sentimento che proviamo per un’altra persona.

La Comunicazione Nonviolenta, ideata da Marshall Rosenberg, ci invita a considerare l’amore da una prospettiva completamente diversa, che arricchisce la nostra vita.

L’amore è qualcosa che ‘pratichiamo’, qualcosa che offriamo spontaneamente dal cuore. Tramite la Comunicazione Nonviolenta, impariamo ad esprimerci in modo onesto e sincero, con il solo scopo di rivelare ciò che è vivo e presente in noi.

Scopriamo quello che migliaia di persone nel mondo già conoscono, l’essenza dell’amore che desideriamo provare: una connessione profonda, sostenuta da un reciproco dare e ricevere dal cuore.

Questo libro vi aiuterà a:

  • liberarvi dal peso di dover dimostrare il vostro amore e richiedere simili prove in cambio;
  • evitare di fare le cose per senso di colpa, risentimento, vergogna o obbligo;
  • esprimere in modo efficace i vostri sentimenti e bisogni, ed ascoltare quelli altrui.

Approfondisci con questo video: 

Marco Schifilliti

Mi chiamo Marco Schifilliti e sono nato il 9 novembre del 1983 nella splendida città Sicula, porta della Sicilia, Messina. Ho conseguito la maturità magistrale abilitante all’insegnamento nella scuola primaria e dell’infanzia e la laurea in scienze della comunicazione e multimedialità. Ho conseguito anche il percorso formativo per il conseguimento di 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche ai sensi e per gli effetti di cui al D.M. MIUR 616 del 10/08/2017.

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